Casa Brivio, il nuovo hotel a Milano che racconta la città del design e dell'eleganza
Casa Brivio, il nuovo hotel a Milano racconta tante storie. Se pensiamo al design del Novecento, lo stile italiano resta sinonimo inconfutabile di eleganza e bellezza. Ancora profondamente attuale, iconico e intramontabile. Soprattutto a Milano, la cui storia è stata fatta dal design, per il design. Di ciò, non potevano non tenerne conto i milanesi Filippo e Alberico Brivio Sforza quando hanno deciso di trasformare parte del palazzo di famiglia in un nuovo concetto di hospitality che celebrasse Milano nella sua veste più vera: Casa Brivio, un «hotel non hotel» appena inaugurato nel cuore della città, dove è possibile vivere un’esperienza – autenticamente – milanese.
Il palazzo di famiglia
L’identità meneghina di Casa Brivio parte dalla sua storia architettonica. Il palazzo di proprietà della famiglia Brivio già dal quindicesimo secolo, viene ridisegnato in chiave neoclassica nel Settecento e poi parzialmente distrutto dalle bombe inglesi del 1943. La parte bombardata viene ricostruita negli anni Settanta secondo lo stile del Modernismo milanese e viene diviso in appartamenti privati, da cui oggi sono state ricavate sedici camere. «Quando abbiamo pensato Casa Brivio», raccontano Filippo e Alberico, «volevamo celebrare l’eleganza senza tempo della città in cui siamo nati e che amiamo, partendo dalla sua dimensione più domestica e dal suo legame indissolubile con il design. Lo abbiamo fatto attraverso una rilettura della storia del nostro palazzo e dei grandi classici del design italiano, per offrire l’esperienza non di un hotel, ma di una vera e propria casa milanese».
Il progetto di Matteo Thun & Partners
Filippo e Alberico si sono affidati a Matteo Thun & Partners. «Per Casa Brivio volevamo realizzare un progetto senza tempo», sottolinea Benedetto Fasciana, Associate Director dello studio. «Siamo partiti dai grandi maestri del periodo d’oro del design italiano e abbiamo deciso di reinterpretarne lo stile, tenendo conto delle preesistenze». Ovvero, delle linee neo-razionaliste dell’edificio e delle scale a chiocciola originali con lampade in vetro di murano attribuite ad Azucena – lo storico marchio fondato da Caccia Dominioni con Gardella e Corradi Dell’Acqua nel 1947.
«Abbiamo pensato la reception come una classica portineria milanese, separata dal resto del palazzo. Gio Ponti è stato il nostro punto di riferimento: il soffitto a motivi geometrici gialli e blu è un omaggio a Villa Planchart (Caracas), mentre la boiserie cassettonata in noce canaletto si rifà agli arredi che Ponti progettò per Palazzo Bo a Padova».
Il pavimento in terrazzo ha il sapore della Milano d’altri tempi, mentre le due poltrone «Lady» di Marco Zanuso e il «Cicognino» di Franco Albini offrono la chiave di lettura per l’estetica delle camere. «Non si tratta di un progetto nostalgico. Casa Brivio è profondamente contemporanea nel ripensare lo stile del passato in chiave nuova, per far sentire ai propri ospiti di essere a Milano, e non in qualsiasi altra città del mondo».
Gli arredi Cassina Custom Interiors
Tutti gli arredi, disegnati su misura da Matteo Thun e Benedetto Fasciana, e prodotti da Cassina Custom Interiors, si ispirano alle linee del Modernismo italiano di metà Novecento. Protagonista di ogni stanza è il classico armadio a muro con le ante rivestite in seta naturale e bordate in ottone, che diventa qui self-standing e bifrontale, a separare la zona notte da quella giorno.
Nei bagni, l’omaggio è al Portaluppi di Villa Necchi Campiglio, con i sanitari dai rubinetti a stella, specchio rotondo e applique laterali, piastrelle grigie e color crema. Le porte, in vetro cannettato, rileggono la tipica porta degli anni Sessanta con le maniglie «Melanzana» di Caccia Dominioni – appena rieditate da Olivari – mentre per le luci la scelta è ricaduta sull’iconica «Megafono» di Stilnovo. La sedia Bixia, disegnata da Benedetto Fasciana con Matteo Thun per Cassina Custom Interiors, trova il suo primo inserimento in questo progetto e pesa a metà tra una «Superleggera» e una «Leggera», ma impilabile.
Le camere e i servizi «alla milanese»
Le sedici camere (con prezzi a partire da 360 euro) sono l’una diversa dall’altra, con cinque tipologie diverse. Prevale una palette di rosa, avorio, blu petrolio, verde smeraldo e terracotta – lo stesso della facciata dell’edificio e delle scale. La palette colori rimanda alle tonalità pastello di Marchesi 1824, l’iconica pasticceria milanese, la cui colazione viene servita, comodamente, in camera. In alternativa, si opta per una colazione al nuovo Via Stampa Bistrot, con pane, burro e marmellata e prodotti rigorosamente homemade. Per una vera esperienza milanese, in ogni stanza l’ospite trova una mappa illustrata e una Milano City Guide, per scoprire gli indirizzi più autentici e meno scontati della città. Dalla pizzeria gourmet Confine ai panini di De Santis, fino ai massaggi di You Off e agli occhiali vintage di Foto Veneta Ottica. Ma non ve li sveliamo tutti. Lasciamo a voi il piacere della scoperta.